
Biodiversità vegetale, a breve online
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La digitalizzazione di oltre quattro milioni di campioni botanici sarà disponibile dal 2025
Milioni di reperti digitalizzati e presto online, a disposizione di botanici e di appassionati di tutto il mondo. È questo l’obiettivo del progetto finanziato da quasi 7milioni di euro promosso dall’NBFC (il primo centro italiano di ricerca sulla biodiversità sostenuto dal PNRR – Next Generation) che entro il 2025 metterà a disposizione un tesoro vegetale.

L’Erbario Centrale Italiano del Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze – il più grande sul territorio nazionale e uno dei dieci più importanti al mondo – è composto da varie sezioni. Una prima, l’Erbario fanerogamico, conserva campioni di piante a seme; una seconda, l’Erbario crittogamico, racchiude al proprio interno organismi privi di fiori e semi come muschi, felci, alghe, funghi e licheni.
Dell’Erbario fanno parte anche un vasto deposito che raccoglie centinaia di migliaia di campioni ancora poco o mai studiati, e alcune tra le collezioni botaniche storiche più importanti in Italia. Tra di esse va ricordata la collezione privata del botanico e naturalista Philip Barker Webb (1793-1854), che con i suoi 250mila campioni provenienti da ogni area del mondo è ancora oggi uno degli erbari più consultati.
Questo straordinario e gigantesco archivio è composto da fogli di carta. Su ciascuno di essi è conservato un campione essiccato di pianta corredato da un’etichetta, che ne riporta il nome, data e località di raccolta, e il nominativo del raccoglitore.

Questi dati, che derivano da secoli di ricerche ed esplorazioni scientifiche, sono fonti indispensabili sia per lo studio della biodiversità del nostro pianeta, sia per quello dei cambiamenti climatici.
Grazie alla tecnologia fornita da un’azienda di profilo mondiale, Picturae, ogni singolo foglio viene posizionato su un nastro trasportatore e poi, grazie a un apparato fotografico ad alta definizione, scansionato. La mole di informazioni che ne deriva è consistente (ogni giorno è possibile digitalizzare dai 10mila ai 12mila campioni): terminate le operazioni pratiche, i dati raccolti vengono inseriti in un enorme database al quale collaborano già altre università europee.

L’obiettivo è quello di digitalizzare 4milioni 200mila campioni entro la fine di agosto 2024: in questo modo, per la prima volta, sarà possibile studiare l’immenso patrimonio delle collezioni botaniche italiane anche da remoto.